martedì 10 aprile 2012

Dove sta la differenza?


da Informazionecorretta
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Dove sta la differenza?
A destra, La verità che i media non dicono : i bambini palestinesi vengono usati come scudi umani, il soldato israeliano li difende dal terrorismo palestinese.
Cari amici,
immaginate che la Mafia organizzi una conferenza stampa in cui il Capo dei capi, il Mammasantissima o come si chiama, faccia appello a Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita e altre organizzazioni criminali analoghe spiegando loro che è un brutto momento, che con la crisi c'è bisogno di incrementare le entrate per poter soccorrere i poveri picciotti disoccupati e poter investire in nuovi business e le invitasse dunque a costituire una commissione unitaria per lo sfruttamento della prostituzione, una per i traffico di droga e magari una per i rapimenti, che sono così redditizi. Vi sembrerebbe strano? No, ormai tutti comunicano e non mi meraviglierei affatto, nelle mie peregrinazioni internet, di imbattermi in una pagina facebook di queste organizzazioni. In fondo, a quanto pare, ce l'hanno gli Anonymous e i No Tav, perché loro no? Più che altro io mi allarmerei e indignerei, chiedendo un intervento sufficientemente deciso delle autorità. D'accordo?
Be', adesso leggete questa cronaca bella asettica di “Repubblica” :
GAZA - "Rapite soldati israeliani per poi scambiarli con i palestinesi detenuti in carceri in Israele". L'appello arriva dal movimento islamico di Hamas ai gruppi militanti palestinesi affinché formino una commissione congiunta per programmare i sequestri. Tutte le milizie devono aderire a questa "commissione di resistenza", ha detto Ahmed Bahar, leader del gruppo islamico che attualmente amministra la Striscia di Gaza. Incontrando i giornalisti, il leader islamico ha quindi espresso solidarietà con i prigionieri nelle carceri israeliani e ha detto che rapire soldati israeliani "obbligherà l'occupante (Israele) a rilasciare i nostri prigionieri".
Trovate qualche differenza fra la mia ipotesi della Mafia e questa realtà di Hamas? La sola che vedo io è che una conferenza stampa della mafia per la centralizzazione dei rapimenti provocherebbe indignazione e questa non indigna per nulla, anzi richiama una certa comprensione. In fondo non si tratta di “terroristi” o “criminali”, ma di “miliziani”, quasi quasi dei “militanti”.
Per i miliziani/militanti c'è molta comprensione. Per esempio, possono annunciare accordi di pace e nuovi governi senza che succeda nulla: ve lo ricordate, l'accordo di Doha, lanciato in pompa magna due mesi fa con l'annuncio di un nuovo governo presieduto da Muhammed Abbas in persona? Ci furono preoccupazioni e felicitazioni, ma poi, alla fine della fiera... non è successo nulla, Fayyad è sempre lì. O possono annunciare nuove elezioni e non tenerle, magari dando la colpa all'”occupazione” . Vi ricordo che le prime e ultime elezioni nella buona e democratica “Palestina”, si sono tenute verso il 2004-2005 e da allora ci sono stati colpi di stato, proroghe, promesse, minacce di dimissioni, ma la sola cosa sempre rinnovata sono i rinvii... E naturalmente, nessuno impedisce loro quello sport carino, del lancio dei missili su Israele, che in fondo è come il tiro delle freccette che gli adolescenti americani praticano volentieri per distendersi i nervi in camera loro... sempre ammesso che missili ormai per lo più a medio raggio e sofisticati siano come freccette. Se vi interessano le statistiche, trovate qui  quella dei tiri di marzo.
Però, direte voi, seguendo la bella coppia di Hamas e “Repubblica”, però qui non si tratta di accumulare denaro ma di liberare prigionieri politici: “Attualmente sono oltre 4.200 i palestinesi nelle carceri israeliane, detenuti soprattutto per "motivi di sicurezza" come l'aver attaccato Israele o aver ordito un complotto contro di esso.” Eh già, poverini, detenuti per motivi di sicurezza un po' immaginari, tanto da meritare le virgolette, o per cose meritorie come aver attaccato Israele. Che ingiustizia! Che oppressione! La tenerezza per i “prigionieri” non mette d'accordo solo Hamas e “Repubblica”, ma coinvolge l'Autorità Palestinese, compreso quel gentiluomo di Salam Fayyad, che l'Occidente vuole a tutti i costi resti il primo ministro dell'Anp, per via della sua correttezza e lontananza dal terrorismo (si fa per dire). Lo stesso giorno in cui Fayyad faceva una dichiarazione corretta (alla stampa internazionale e in inglese) sull'omicidio di Tolosa, diceva alla radio e in arabo, cioè diretto al suo popolo, parlando in occasione della locale festa della mamma: “Faccio menzione speciale di tutte le prigioniere donne che sono madri: Iman Ghazawi, che è stata imprigionata per dieci anni, Al-Qahira Sa'adi, Irena Sarahneh, Latifa Abu Dhiraa; Ibtisam Al-Issawi; Muntaha Al-Tawil e Kifah Qatash.”
Commovente, no? Povere prigioniere, in attesa di essere liberate da un nuovo sequestro. Be', bisogna sapere che Al-Qahira Sa'adi ha guidato la macchina di un attentatore suicida ad un attentato a Gerusalemme nel 2002, in cui sono state uccise tre persone. Irena Sarahneh ha portato un attentatore suicida a un attacco israeliano nella città di Rishon LeZion nel 2002, in cui due persone sono stati uccise e decine ferite. Iman Ghazawi messo una bomba alla stazione centrale degli autobus a Tel Aviv nel 2001, che per fortuna è stata scoperta prima che esplodesse. Latifa Abu Dhiraa ha nascosto una bomba in Israele per un attentato suicida nel 2003, anch'esso scoperto prima di essere attuato. .
Insomma, come la mafia vuole soldi per fare altri soldi, così Hamas (e l'Anp) vuole attentatori liberi per fare altri attentati (e infatti diversi di quelli scarcerati per liberare Shalit si sono subito dedicato al loro sport preferito (la “lotta armata di liberazione” detta familiarmente ammazza-l'ebreo). Dove sta la differenza?
Ugo Volli





Testata: Informazione Corretta Data: 09 aprile 2012 Autore: Ugo Volli
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.
L’incontro tra Monti e Lieberman
Cari amici,
non datemi dell’ossessivo se ritorno di nuovo a parlarvi di una cosa che non c’è, di quella non-entità che viene chiamata benevolmente “Palestina” (che secondo la radice ebraica antica da cui proviene significa più o meno “rotolone”, o fuor di metafora, congrega degli immigrati). La “Palestina” non c’è storicamente: il nome in arabo è recentissimo, gli arabi della regione fino alla fondazione dello Stato di Israele si chiamavano “siriani del sud”. In contesti non troppo esposti alla comunicazione internazionale, lo riconoscono anche i più fanatici dei “palestinesi”: guardate per esempio che cosa ha detto il “ministro dell’interno e della sicurezza nazionale di Hamas, Fathi Hammad alla Al-Hekma TV il 23 marzo scorso in un appello per ottenere benzina (cioè attraverso le tasse, soldi) dall’Egitto:
“Allah sia lodato, tutti noi abbiamo radici arabe, e ogni palestinese, a Gaza e in tutta la Palestina, è in grado di dimostrare le sue radici arabe – sia dall’Arabia Saudita, dallo Yemen, o dovunque. Ci sono legami di sangue. Allora, dove è il vostro affetto e misericordia? [...] Personalmente, metà della mia famiglia è egiziana. Siamo tutti così. Più di trenta famiglie nella Striscia di Gaza sono chiamati Al-Masri ["l'egiziano"]. Fratelli, la metà dei palestinesi sono egiziani e l’altra metà sono sauditi. Chi sono i palestinesi? Abbiamo molte famiglie chiamate Al-Masri, le cui radici sono egiziane. Egiziane! Possono venire da Alessandria d’Egitto, dal Cairo, da Dumietta, dal Nord, da Assuan, dall’ Alto Egitto. Siamo egiziani. Ci sono arabi. Ci sono musulmani. Siamo una parte di voi.”. Capito? Metà dall’Arabia Saudita, metà egiziani: questo sono i palestinesi.
Ma la “Palestina” non c’è neppure giuridicamente, come ha appena riconosciuto la corte internazionale dell’Aia (di solito molta prevenuta contro Israele) con una sentenza in cui rifiuta il tentativo dell’Autorità Palestinese di far partire un’inchiesta contro le attività antiterroriste di Israele, perché l’Anp “non è uno stato” e dunque non può appellarsi a quella corte internationale
Ha ragione per una volta la Corte internazionale: la “Palestina” è una costruzione polemica per opporre alle ragioni nazionali ebraiche un’altra identità nazionale fittizia – tanto fittizia che fra i compiti che si è data l’agenzia dell’Onu UNRWA, quella che serve solo ad assistere i “rifugiati palestinesi” e naturalmente dipende per la sua esistenza (per gli stipendi e le cariche dei suoi dirigenti e dipendenti) dalla loro sussistenza e dunque dal non risolevere il loro problema, vi è quello di istillare “l’identità palestinese” nelle scuole 
E allora, se la “Palestina” non ha realtà giuridica né storica, se i “palestinesi” sono “metà egiziani, metà dell’Arabia Saudita” (ma naturalmente ci sono fra loro anche i siriani, i libanesi, gli yemeniti ecc.), perché il problema prosegue e si incancrenisce? Una risposta ve l’ho appena data: per via dell’interesse internazionale (di certe agenzie dell’Onu, di molti stati dittatoriali della regione ecc.) a mantenere aperta la crisi su cui scaricare tensioni interne e costruire demagogie pubbliche e carriere personali. E poi, naturalmente, per quella forma particolare di antisemitismo che si chiama antisionismo: se gli ebrei sono malvagi, deicidi, ammazzano i bambini e chissà cos’altro, figurarsi se possono avere uno stato. Ma vi sono anche altre ragioni.
Una è l’ignoranza o l’accondiscendenza dell’Occidente.
Ieri una persona che pure è considerata intelligente e colta come Monti, al termine di una visita a Lieberman e ad Abu Mazen “ha sottolineato come «la questione palestinese vada risolta al più presto» e che l”Italia in Medio Oriente sostiene la soluzione di «due Stati» separati per israeliani e palestinesi che vivano «in pace l’uno accanto all’altro». Questa soluzione è da raggiungersi attraverso «il negoziato». L’Italia, inoltre, «non riconosce nessuna modifica dei confini rispetto agli accordi del 1967» salvo eventuali intese tra le parti.” -. Le parole sul ’67 devono essere proprio vere, perché sono riportate uguali sulla “Stampa” . Ma, scusate che “accordi del ’67”? Nel ’67 c’è stata una guerra, non ci sono stati accordi di sorta! E i “confini del ’67” non sono confini ma linee armistiziali, negoziate nel ’49 con i vari stati arabi, dopo che Israele ebbe resistito con successo alla guerra scatenata da sei eserciti per distruggere lo stato neonato, con il patto esplicito che non si trattasse di confini definitivi (il retropensiero evidente degli arabi è che ci avrebbero riprovato, come fecero nel ’56 e poi appunto nel ’67). E allora perché Monti dice queste sciocchezze? (Non solo queste, le agenzie gli fanno dire anche una totale assurdità: “”Non vi sono alternative a questa soluzione, raggiungibile solo con il negoziato”, ha sottolineato Monti con implicito riferimento alla richiesta di riconoscimento unilaterale della Palestina avanzata di recente alle Nazioni Unite e oggi rilanciata dal leader palestinese.
Cioè l’accenno al negoziato richiamerebbe implicitamente e dunque approverebbe il passo con cui l’Autorità Palestinese ha cercato di raggiungere i suoi obiettivi uscendo dal negoziato, il che come sappiamo non le è riuscito. Come diceva Isidoro da Siviglia del bosco, in latino lucus, il suo nome deriva “a non lucendo”., perché non vi è luce… i negoziati consistono nel rifiuto di negoziare). E allora perché dire queste cose insensate? Lo spiega “La Stampa”: “«La posizione italiana è inequivocabile e ancorata all’Ue», ha aggiunto.” Cioè al pensiero della baronessa Ashton, degli antisionisti e antisemiti che fanno il bello e il cattivo tempo nell’Unione Europea.
Ma non è tutto qui. La complicità indiretta è più insidiosa. Vi traduco qui un brano di un articolo molto interessante di PJMedia, intitolato “La complicità americana nei pasticci di bilancio dell’Anp” :
“La scorsa estate, il Congresso degli Stati Uniti ha trattenuto circa 147 milioni dollari dei previsti 513 milioni di aiuti in seguito al tentativo unilaterale dell’Autorità di ottenere il riconoscimento della sua sovranità dalle Nazioni Unite. (Altri 113 milioni di fondi statunitensi per le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese e 232 milioni per le Agenzie di assistenza delle Nazioni Unite non sono stati influenzati.) Sotto la pressione del Dipartimento di Stato – che si avvalse dell’aiuto del governo israeliano – il Presidente della commissione Esteri della Camera Ileana Ros- Lehtinen ha annunciato che 88 milioni di dollari saranno concessi di nuovo, limitando il taglio a 58,6 milioni. [...] Quanto è importante l’aiuto degli Stati Uniti? Esso ammonta a circa il 15% del bilancio di previsione palestinese e a quasi il 50% di tutti gli aiuti previsti. Ma è opportuno prendere in considerazione lo stato generale delle finanze palestinesi: il bilancio 2012 della Anp – prodotto dal premier Salam Fayyad, il l’”uomo di mano” dell’Occidente per le decisioni in campo economico – ha previsto 3,5 miliardi di dollari di spesa, 1,1 miliardi di aiuti, evidenziando un deficit di tra 750 milioni e 1,1 miliardi (quest’ultima cifra è ora quella accettata). Ciò significa che l’economia palestinese dovrebbe generare solo circa 1.3 miliardi di dollari, e la Anp ha in programma di spendere tre volte quello che produce. In termini reali poi, con 1,3 miliardi in reddito generato e 1,1 miliardi in aiuti (e 2,4 miliardi di spese), gli aiuti degli Stati Uniti (513 milioni) sono quasi il 20% della spesa effettiva.
“Nonostante la designazione, degli Stati Uniti, di Hamas come un’organizzazione terroristica, parte di quel denaro va a Hamas a Gaza. Come? Hamas impiega 32.000 persone – circa due terzi dei quali sono agenti di sicurezza, a carico del bilancio Anp e non conteggiate nella spesa ufficiale di Hamas. Gli Stati Uniti danno alla Anp $ 200 milioni di “sostegno diretto al bilancio”, cioè denaro che va nelle casse Anp senza riferimento a contratti o altri meccanismi di controllo e che può essere speso per qualunque cosa l’Anp ritenga importante – come forze di sicurezza di Hamas. (O il servizio televisivo palestinese – che non è autorizzato a ricevere finanziamenti diretti degli Stati Uniti perché predica odio e violenza -, ma che riceve denaro dal bilancio Anp). La spesa di Hamas a Gaza non è contabilizzata nel budget Anp, ma almeno per il 2011, ci sono stati alcuni numeri forniti da Hamas da considerare. Il parlamento di Hamas ha approvato una previsione di spesa di 540 milioni di dollari nel dicembre 2010, di cui il parlamentare Jamal Nasser ha detto che non più di 60 milioni verrebbe da imposte e tasse. “Il resto verrà da doni e aiuti stranieri”, ha detto. (Il presidente Mahmoud Abbas ha affermato nel 2011 che l’Iran stava dando ad Hamas fra i 250 e i 500 milioni all’anno, il che, se è vero, garantirebbe il saldo di bilancio di Hamas , o almeno almeno permetterebbe di fare un taglio nei 480 milioni non contabilizzati nei numeri ufficiali.) Nelle entrate pubbliche di Hamas sono incluse le imposte e le tasse dai tunnel contrabbando, che si dice impieghino circa 30.000 persone.
[Concludendo] “Gli Stati Uniti danno i dollari dei contribuenti americani all’Autorità palestinese nonostante le obiezioni del Congresso, e l’Anp invia una parte dei soldi per le forze di sicurezza di Hamas a Gaza, violando le restrizioni statunitensi in materia di aiuti. [...] Gli oggetti del nostro interesse, tuttavia, hanno interessi propri.
“Per i palestinesi come per gli egiziani, l’obiettivo politico è ottenere il più possibile di finanziamenti stranieri, vincolati con il minor numero di condizioni, in modo da restare al potere. Finché ci riusciranno.”
Insomma, l’Autorità Palestinese & Co. è mantenuta dall’Occidente – agli aiuti americani vanno aggiunti infatti gli aiuti europei che complessivamente hanno circa la stessa entità. Nessuna meraviglia che in una recente inchiesta demoscopica di cui vi ho già parlato , “in risposta alla domanda “Che opzioni pensate ci siano per risolvere la crisi finanziaria dell’Anp, il 52% ha detto “ritorno ai negoziati al fine di ottenere maggiore sostegno dei donatori” (cioè, ottenere più denaro gratis dall’Occidente, fingendo di volere la pace) e il 27% ha scelto: “Sciogliere l’Anp.”, mentre peraltro “il 39% di tutti gli arabi palestinesi, e il 55% degli abitanti di Gaza, sostenere un ritorno alla “resistenza armata” (cioè, il terrorismo) e il 47,5% di tutti gli arabi palestinesi, e il 62% degli abitanti di Gaza, sostenere “gli attacchi armati contro i civili israeliani all’interno di Israele.” .

giovedì 5 aprile 2012



Auguro a tutti gli amici Chag Pesach sameache Vekasher e Buona Pasqua.
I wish for all my friends Happy Passover and happy Easter.
.אני מאחל לכולם חג פסח שמח וכשר
 
Luigi Diamanti